La Sindrome Fibromialgica: un lavoro di équipe

La sindrome fibromialgica si  manifesta con dolore cronico diffuso di diversa eziologia e con sintomatologia che interessa molte aree del corpo.

La diagnosi e la cura della fibromialgia richiedono un approccio integrato di professionalità diverse, al fine di valutarne l’impatto complessivo sulla salute del paziente ed individuare percorsi terapeutici idonei ad alleviare il dolore, e, quando possibile, superare questa difficile condizione clinica.

Che cosa è la Fibromialgia?

Dr.ssa Maria BRUZZONE
Medico Spec. in Reumatologia

La Sindrome Fibromialgica, è una malattia caratterizzata da rigidità e dolore muscolo-scheletrico diffuso. Il dolore ha una origine spesso difficile da individuare: può essere superficiale, muscolare, articolare, tendineo, profondo e si associa a contrattura muscolare dolorosa.

Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto le donne, spesso in età adulta in seguito alla menopausa, ma può colpire anche i giovani. Spesso colpisce più componenti della famiglia ed è stata dimostrata anche una familiarità della malattia, legata a malfunzionamento dei geni deputati alla sintesi di sostanze che modulano il dolore (come le endorfine, la serotonina, le catecolamine, etc).

Molti dati indicano che i fibromialgici hanno una ridotta soglia di sopportazione del dolore dovuta ad una alterazione della soglia nocicettiva. In altre parole, ad essere compromesso, di fatto, è il modo in cui il nostro cervello processa il dolore.

I sintomi

La fibromialgia è definita una sindrome perchè è un insieme di numerosi sintomi: dolore diffuso, stanchezza, disturbo del sonno, cefalea muscolotensiva, colon irritabile, vertigini ed acufeni, disturbi della memoria e della concentrazione, parestesie con alterazione della sensibilità, sindrome delle gambe senza riposo, metereopatia, ipersensibilità a sostanze chimiche ed odori, disturbi genitourinari, ansia e depressione.

La Diagnosi

Purtroppo non esistono esami di laboratorio specifici per questa malattia. Di fronte alla presenza di tutti i sintomi, la diagnosi sembrerebbe subito fatta, ma tutti quei sintomi sono spesso comuni ad altre patologie (malattie reumatiche, neurologiche, oncologiche, endocrine, etc) per cui il buon senso e l’esperienza clinica debbono guidare lo specialista in modo da evitare inutili esami strumentali e laboratoristici.

Spesso il paziente fibromialgico approda dal reumatologo dopo mesi o anni di consulti specialistici ed esami inutili e costosi, senza avere ancora ottenuto una diagnosi corretta.

La terapia

Parte fondamentale della terapia, come per altre patologie, è un buon rapporto medico-paziente: spesso il paziente ha un vissuto difficile ed è frustrato dal lungo percorso diagnostico e dall’insuccesso di cure precedenti. Inoltre, può essere depresso per l’incomprensione dei familiari che sottovalutano i suoi problemi perché rassicurati dalla negatività dei numerosi accertamenti effettuati. Ha sensi di colpa per il senso di inadeguatezza che vive non riuscendo più a svolgere i propri compiti familiari e lavorativi

Purtroppo non esiste una cura definitiva per questo disturbo, ma è importante, soprattutto all’inizio, fare una terapia che lenisca rapidamente, almeno in parte, i dolori. Tra i farmaci più usati sono compresi : i miorilassanti, gli antidepressivi, gli antiepilettici

L’esercizio fisico

Molto importante, infine, è riabilitare il corpo alla fatica con esercizi di stretching, Pilates, esercizi in piscina con acqua calda, camminare, andare in bicicletta, ballare.

Tra le terapie complementari ricordiamo lo yoga, il thai-chi, l’agopuntura, il biofeed-back, alcuni integratori dietetici.

Fondamentale rimane rimuovere i fattori stressanti (dove possibile) o comunque riconoscerli e cercare di conviverci quando non è possibile cambiarli: in questi ultimi casi può essere molto utile un appoggio psicologico.

Fibromialgia e Sintomi Gastrointestinali

Dr.ssa Monica CARELLO
Medico Spec. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva

Nella complessità della sindrome fibromialgica, la maggior parte dei pazienti  presenta disturbi gastrointestinali, rappresentati frequentemente da un quadro di IBS (sindrome dell’intestino irritabile) o  di dolore addominale, difficoltà a digerire e reflusso gastroesofageo.

La sindrome dell’intestino irritabile,  in passato definita “colite spastica” o “colon irritabile”, è una patologia molto comune e debilitante che si presenta tipicamente con gonfiore e dolore addominale associato ad alterazioni dell’alvo con stipsi o diarrea.

L’andamento è cronico con carattere fluttuante e riacutizzazioni non infrequentemente associate a periodi di stress psichico o fisico.

Le cause sono molteplici e, nello stesso individuo, non è riconoscibile un singolo fattore scatenante. Ruoli importanti sono: l’ alterazione della motilità intestinale, l’ipersensibilità viscerale, la percezione soggettiva del dolore, la flora batterica intestinale.

Relativamente alla flora batterica intestinale (microbiota) ad oggi sono numerose le ricerche che confermano come l’alterata permeabilità intestinale e una situazione di disbiosi siano  presenti nei pazienti fibromialgici e strettamente correlati alla presenza di importante sintomatologia extraintestinale; gli studi indicano che circa il 60% dei pazienti affetti da fibromialgia soffre di SIBO, ossia una condizione di eccessiva produzione batterica intestinale, sbilanciata verso ceppi batterici “negativi”.

Un’ulteriore dato importante nei pazienti fibromialgici è l’assunzione di farmaci quali ad esempio gli inibitori dell’ acidità gastrica e gli antiinfiammatori che nuovamente vanno ad agire alterando il microbiota intestinale e la permeabilità delle mucose con conseguente c e orrelazione stretta e interdipendente tra il sistema gastroenterico e immissione in circolo di citochine ad attività pro infiammatoria.

In questo sistema di connessioni tra dolore e apparato digerente appare fondamentale l’approccio multidisciplinare tra il gastroenterologo e gli altri professionisti sanitari coinvolti nella gestione del paziente fibromialgico, al fine di valutare la terapia più adeguata da impostare  in base alle caratteristiche cliniche uniche per ogni paziente.

Lo specialista gastroenterologo, una volta escluse patologie organiche da trattare in modo mirato, avrà il compito di impostare e modulare costantemente nel tempo,  una terapia che vada ad agire sui diversi fronti coinvolti, quali la contrazione e l’ipersensibilità viscerale gastroenterica e la componente di flora batterica per far raggiungere al paziente una buona qualità di vita.

Fibromialgia e Psicologia  

Dott.ssa Stefania MOLINARO
Psicologa e Psicoterapeuta

Numerose ricerche evidenziano che i fattori psicologici influiscono in maniera negativa sulla sintomatologia dolorosa, facendo aumentare lo stato di allarme, di ansia e di tensione fisica, producendo uno stato di stress cronico.

La fibromialgia è spesso associata a sintomatologia ansiosa, a disturbi del sonno e dell’umore, a difficoltà di concentrazione, di attenzione, a disorientamento, vuoti di memoria e fatica nell’affrontare compiti complessi.

I sintomi della fibromialgia tendono ad innescare pensieri negativi e catastrofici circa il proprio futuro e questi pensieri negativi tendono a peggiorare a loro volta i sintomi depressivi innescando un potente circolo vizioso, che rinforza e mantiene la patologia.

Dalla storia delle persone affette da fibromialgia spesso emergono anche problemi relazionali e precedenti eventi traumatici.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata utile nel contribuire a migliorare molti aspetti psicologici connessi a questa patologia e a migliorare il funzionamento globale e la qualità della vita della persona.  Attraverso l’acquisizione di nuove modalità cognitive e comportamentali, si impara a gestire meglio il dolore e a modulare emozioni, convinzioni e giudizi negativi, apprendendo tecniche di rilassamento e strategie di coping più funzionali e adattive.

Gestire il dolore cronico significa prima di tutto essere consapevoli del ruolo importante della componente psicologica oltre che di quella fisiologica, che può contribuire a scatenarlo, mantenerlo o ad accentuarlo.

L’ Agopuntura nella sindrome Fibromialgica

Dr. Marco SCARATI
Medico Agopuntore Spec. in Reumatologia

Le moderne ricerche mediche indicano che l’agopuntura ha un effetto antidolorifico, antinfiammatorio e di modulazione del tono dell’ umore, mediante il rilascio in circolo di oppioidi, endorfine e serotonina (1-2). Iniziano ad esserci numerosi studi che indicano risultati promettenti nel trattamento con agopuntura dei sintomi riferiti dai pazienti affetti da sindrome fibromialgica (3), tanto che, anche in considerazione della non ottimale risposta alle terapia tradizionali, nelle ultime linee guida per il trattamento della fibromialgia, l’agopuntura è indicata come terapia consigliata.

Inoltre l’agopuntura, potendo agire sull’ intero organismo, permette di creare un protocollo di trattamento personalizzato, in base ai sintomi dei pazienti, elemento fondamentale, dato che spesso ogni persona riferisce un quadro clinico variabile. Per esempio ci sono pazienti dove prevale il dolore, altri dove prevale la spossatezza, altri ancora dove c’ è una forte componente di insonnia o ansia: con l’agopuntura si può mirare il trattamento sul sintomo prevalente.

Come tutti i trattamenti possono esserci pazienti che non hanno risultati o ne hanno meno dell’atteso, ma complessivamente, un miglioramento del quadro clinico, si osserva nella maggior parte delle persone.

Essendo una patologia cronica, sono solitamente necessarie dalle 6 alle 10 sedute per ottenere risultati significativi.

1 Collazzo E, Munoz RDM, Aragonés MA, Gomèz F. “Ramdomized prospective study to assess the effectivness of several therapeutic procedures of traditional Chinese medicine in alleviation of pain and improvement in the standard of living in patients with fibromyalgia”. Rev Int Acupuntura. 2014;8(4):121-128

2 Shao M, Jiang M. “Treatment of fibromyalgia syndrome with acupunture of soothing liver and relieving depression”. Hubei J TCM. 2013;35(12):62

3 Collazzo E, Munoz RMD. “Scalp acupunture and acupunture for treatment of patients with fibromyalgia. Prospective randomized study. Rev Int Acupuntura”. 2013;7(1):6-11.

Fibromialgia e Alimentazione

Dott.ssa Elisa ROSSO
Dietista e Nutrizionista

La fibromialgia è una patologia cronica complessa e multifattoriale, con un coinvolgimento autoimmune e spesso si accompagna ad altre problematiche concomitanti.

Il ruolo chiave dell’alimentazione è stato confermato in diverse patologie cronico-infiammatorie e autoimmuni (es. diabete, IBD, PCOS, psoriasi, ecc).

Negli ultimi anni sono quindi stati utilizzati diversi protocolli dietetici anche in ambito fibromialgico, seppur non esistano vere e proprie linee guida dietetiche ufficialmente riconosciute.

In letteratura si trovano però diversi riferimenti in merito al trattamento dietetico in fibromialgia associato a 4 aspetti principali:

Peso corporeo (dieta mirata per il mantenimento di un BMI normopeso).

Sostanze pro-infiammatorie/disturbanti (protocolli di eliminazione in base ai sintomi es. dieta low- FODMAPs, eliminazione di glutine/caseine, ecc).

Permeabilità intestinale alterata o leaky gut/disbiosi (modulazione del microbiota intestinale).

Carenze vitaminico minerali (integrazione specifica utile per prevenirle/correggerle o per migliorare la sintomatologia).

Non esiste un protocollo dietetico univoco e uguale per tutti i pazienti: la personalizzazione tramite un nutrizionista esperto è quindi imprescindibile. Essa deve essere svolta sulla base di fabbisogni individuali, attività fisica, patologie concomitanti, equilibrio ormonale, vita quotidiana e abitudini, gusti personali, stress e rapporto con il cibo.

Anche l’integrazione va tarata in base agli esami ematici e la collaborazione con il medico specialista è fondamentale, in quanto le integrazioni differiscono per modalità di assorbimento, biodisponibilità, dosaggio e possibili sinergie/interazioni farmacologiche.

Va ricordato inoltre che la dieta non corrisponde alla cura per la fibromialgia ma che può contribuire ad un netto miglioramento dei sintomi e della qualità di vita.

“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si ha mangiato bene.” Virginia Woolf

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